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Settembre in Santa Chiara. Tassani, il giardiniere nato con la camicia

Il patron di Eataly Oscar Farinetti ha recentemente pubblicato un libro dal titolo Serendipity, ovvero dei colpi fortuna che hanno trasformato alcune iniziative imprenditoriali in realtà consolidate. In un certo qual modo sembrerebbe quello che sia successo a Fulvio Tassani, giardiniere comunale nocese dal 1948 al 1956. La sua figura è stata tracciata dal nipote materno Walter Putignano durante il secondo appuntamento del ciclo di conversazioni storiche Settembre in Santa Chiara, svoltosi giovedì al Chiostro delle Clarisse.

Il tutto nasce dallo stato di famiglia dell’architetto 57enne nocese che ne ritrova traccia in una delibera scritta a mano datata 1948. In tale data infatti il sindaco Antonio Ricco ufficializza l’assunzione di Fulvio Tassani quale giardiniere comunale a tutela del verde pubblico urbano. Tassani però non era nocese. Era nato e vissuto a Forlì fino ai primi anni ’40 quando, viste le disfatte dell’esercito italiano nella campagna di Grecia, si arruola volontariamente nelle file dell’armata italiana. In Grecia però non va bene ma riesce a sfuggire a morte certa grazie all’aiuto di una donna del luogo. Così Tassani rientra in Italia da Taranto e inizia ad apprezzare il territorio pugliese prima di risalire a Forlì proseguendo la sua battaglia nelle armate fasciste della autoproclamata Repubblica di Salò. Anche se grande esperto di botanica, diventa vigile urbano, ma alla fine della guerra i partigiani emiliani continuarono la caccia ai filofascisti. Nelle maglie dei partigiani finisce Tassani che anche questa volta riesce a scamparla alla fucilazione per l’intervento di un italiano che invece di ammazzarlo lo consegna agli inglesi e da qui deportato in un campo di profughi di guerra a Martina Franca.

Due volte scampato alla morte Tassani viene contattato dai militanti nocesi del Partito del Reduce e si trasferisce a Noci nel 1946. La situazione politica di Noci nell'immediato dopoguerra vede l'affermarsi del Partito del Reduce, che a livello nazionale prende lo 0,11%, ma a Noci raccoglie il 32%. Il sindaco Martucci viene malmenato e a ottobre 1946 si va a elezioni da cui viene eletto Antonio Ricco esponente di punta proprio di quel partito. La vicinanza politica e l’esperienza combattente accomuna i due personaggi che ora sono fianco a fianco per amministrare Noci. Tassani diviene giardiniere comunale, il sindaco Ricco gli offre oltre al posto di lavoro, una casa e il ricongiungimento familiare con la moglie e i quattro figli lasciati a Forlì. Per circa 10 anni Tassani trasforma uno spazio aperto in uno dei giardini più belli di Puglia. La villa comunale diventa sede di fiori, alberi, e composizioni erbacee che contribuiscono al riconoscimento di Noci come “stazione climatica”.

Nel 1956 Tassani fa ritorno a Forlì, nel 1957 gli succederà Vittorino Palattella, ingaggiando una battaglia sindacale per riavere il posto da vigile urbano. Morirà a 62 anni vincendo quest'ultima battaglia. Suo nipote Walter durante la serata non nasconde le difficoltà per raccogliere il materiale di ricerca e si è appellato ai social network per reperire le foto della villa comunale degli anni ’50 e ’60.  Essere scampato due volte alla morte, avere ottenuto in una città lontana dalla propria, un lavoro, una casa e il ricongiungimento familiare, dando lustro a Noci applicando praticamente la propria passione per la botanica, ne fanno del Tassani un giardiniere nato con la camicia.

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